Una notte di morte e soccorsi nel mediterraneo. Due le vittime recuperate in mare dalla nave di salvataggio Sea-Eye 4 che ha poi tratto in salvo le altre 32 persone in difficoltà da sei giorni - hanno raccontato i superstiti - su un barchino inadatto alla navigazione. Erano 34 ma per due di loro non c'è stato nulla da fare, se non recuperare i corpi in acqua. Essendo l'unica nave di salvataggio in quel momento - ha spiegato l'equipaggio - siamo partiti subito dopo l'allarme lanciato dal velivolo di ricognizione Seabird, abbiamo impiegato sei ore. Dopo hanno effettuato un altro salvataggio portando a bordo 77 persone tra cui una donna incinta. Con 109 persone salvate a bordo, sono diretti verso il porto di Pesaro, lontano cinque giorni di navigazione. Altri otto cadaveri sono stati trovati su un barcone soccorso nelle acque Sar maltesi dalla Guardia Costiera, portati poi a Lampedusa. Otto vittime tra cui tre donne, una incinta e la madre di un neonato morto assiderato. I superstiti, tra cui dieci donne e un minore, in queste ore vengono sentiti dagli inquirenti. 42 le persone che si sono salvate e che ora si trovano nell'hotspot di Contrada Imbriacola. Il barcone era stato avvistato nella mattinata da un peschereccio tunisino che si trovava tra l'Italia e Malta. I pescatori hanno subito richiesto i soccorsi segnalando anche la presenza di almeno un cadavere. Soccorsi che sono stati delegati inizialmente a Malta, solo nel tardo pomeriggio è stata formalizzata la richiesta al Comando Generale della Capitaneria di Porto di Roma che ha inviato la motovedetta. La procura di Agrigento ha aperto un fascicolo di inchiesta. Intanto sull'isola riprendono gli sbarchi. In 200 sono approdati fra la notte e l'alba, a bordo di tre imbarcazioni soccorse dalle motovedette di Guardia di Finanza e Capitaneria.