"Erano tutti infreddoliti, molti di loro peraltro tremava, non riuscivano proprio stare in piedi dal freddo e la prima cosa che mi hanno chiesto tutti, se eravamo lontani dalla Libia, se erano salvi." Sono le 3:30 circa quando dal ponte di comando arriva la segnalazione di un barcone in difficoltà poco lontano dalla Geo Barents, la nave di salvataggio di Medici Senza Frontiere. Pochi minuti dopo la crew è pronta a partire con i due gommoni a disposizione per trarre in salvo le persone in pericolo, stipate su una piccola imbarcazione che si saprà poi essere partita da Zuara, dalle coste libiche. Nel buio e con le onde alte, le operazioni di salvataggio durano poco più di un'ora, poi le 37 persone salvate dal mare vengono portate a bordo. I racconti del loro viaggio infinito, iniziato per molti dalla Siria, per altri dal Bangladesh, le storie di tortura nelle carceri libiche dove sono stati trattenuti per mesi e la paura di perdere la vita in mare. Una partenza drammatica raccontano. Ci hanno fatto camminare nell'acqua che arrivava fino ad un metro prima di farci salire sulla barca, ci dice Paimerda, arriva dal Bangladesh, ha 22 anni, la sua famiglia è molto povera dice, e lui è andato via per avere una possibilità di vita. Per sette mesi è stato rinchiuso nelle carceri libiche, racconta dei trafficanti e del timore di non farcela. L'acqua che inizia ad entrare nell'imbarcazione ormai alla deriva, il buio, il freddo e le onde alte sono immagini e sensazioni ancora impresse nelle menti delle decine di persone salvate nella notte. Dopo aver dato loro cibo, abiti asciutti e beni di prima necessità da parte della crew che si occupa dell'accoglienza a bordo, ha tenuto un discorso di benvenuto per presentarsi e spiegare loro dove sbarcherà la Geo Barents e quanto tempo ci vorrà. Il porto assegnato dalle autorità italiane è Napoli, per raggiungerlo con queste condizioni atmosferiche servono almeno tre giorni e la possibilità che la nave di soccorso di Medici Senza Frontiere possa essere chiamata dal centro di coordinamento di Roma o di Malta per altri soccorsi, come avvenuto il 29 dicembre, è viva perché con il maltempo e il mare sempre più grosso, potrebbero esserci altre persone in pericolo di vita.