Il traghetto di linea fa rotta verso Porto Empedocle, la nave Vega della Marina Militare diretta a Reggio Calabria per trasferire centinaia di profughi e migranti salvati nei giorni scorsi e portarti sull'isola più vicina, Lampedusa, dove per tutta la settimana uomini, donne, bambini, neonati sono rimasti chiusi nel centro di identificazione gestito dal Viminale, ancora una volta sovraffollato, con quasi 3.000 presenze a fronte di meno di 400 posti. Ha lasciato Lampedusa anche il piccolo Ismael, il neonato sopravvissuto al naufragio in cui ha perso la mamma, ora affidato alla rianimatrice del 118 che gli aveva prestato le prime cure una volta arrivato al molo Favaloro. Il mare mosso ha rallentato ma non fermato del tutto gli approdi. 2 barche, con 35 persone ciascuna, sono state soccorse nel pomeriggio di sabato da Guardia Costiera e Guardia di Finanza. Intanto proseguono la navigazione verso i porti assegnati le 2 navi umanitarie, intervenute tra giovedì e sabato, in soccorso di diverse barche in difficoltà. Negati i porti più vicini in Sicilia e in Calabria. La Ocean Viking di SOS Mediterranee, è diretta a Civitavecchia, a 900 chilometri di distanza dal luogo in cui ha effettuato il soccorso di 3 barchini, con 168 naufraghi, tra cui 7 donne, 4 bambini e 20 minori soli. Ancora più a nord, a Livorno, arriverà mercoledì la Life Support di Emergency. "È stato un soccorso di 35 persone nella zona sub-maltese. I naufraghi avevano lasciato Tobruk nell'Est della Libia nella notte fra martedì e mercoledì. Erano senza acqua né cibo per giorni. Ricordiamo al Governo italiano che l'assegnazione dei porti lontani non rispetta il diritto internazionale e posticipa senza motivo l'accesso ai servizi di base per le persone soccorse.".