Arrivano a decine, superano il confine tra Italia e Slovenia attraversando i boschi sopra Trieste. La maggior parte viene dalla Bosnia, dal campo di Lipa, dove in inverno è difficile restare con la neve alta e le temperature rigide o dalle tendopoli improvvisate al confine tra Bosnia e Croazia. Pakistani, afghani ma anche magrebini, iraniani, iracheni, una volta intercettati sul territorio italiano vengono portati in un primo Centro di Accoglienza dove dovranno osservare dieci giorni di quarantena. A gestire il Centro, allestito in un ostello poco lontano da Trieste, i volontari della Caritas e dell'ICS. Ad Opicina, piccolo centro sulla linea di confine con la Slovenia incontriamo Babouche per strada. Sette anni fa è arrivato dal Bangladesh, ha studiato e lavora in Italia e ora sta accompagnando un ragazzo, minorenne, pakistano, arrivato ieri, a compilare dei documenti. "Adesso vengono tanti immigrati qua. Ci confermano, ci chiamano per tradurre le cose, come l'interprete, e dopo noi prepariamo i loro fascicoli e dopo li mandiamo al Campo, dove stanno, rimangono.." Ed è ad Opicina che nasce il Gruppo Sentinella. "Siamo partiti da questo paesino che è Opicina, che è il borgo più importante, per darci una mano tra vicini di abitazione. Quindi sono quei gruppi di solidarietà che nascono spontaneamente. C'è la difficoltà di controllo e soprattutto quello.. almeno a me personalmente tiene il fatto di, in qualche modo, controllare i migranti che sono arrivati qui, che danno sensazione di insicurezza agli abitanti e che in realtà poi non sono gli autori di eventuali reati perché sono dei poveri ragazzi di solito, che al massimo hanno bisogno di una bicicletta". Le piogge abbondanti delle ultime ore hanno probabilmente reso ancora più complicato il passaggio nei boschi e nei sentieri per chi tenta di raggiungere l'Italia e l'Europa in un'area già complicata.