Un altro naufragio mortale nel Mediterraneo. Sono 43 i migranti annegati al largo della Tunisia mentre tentavano l'attraversata dalla Libia all'Italia. 84 sono stati salvati, secondo quanto riferisce la mezzaluna rossa di Tunisi. La barca era partita da Zuara, sulla costa nord-occidentale della Libia, con a bordo migranti provenienti da Egitto, Sudan, Eritrea e Bangladesh. 14 corpi sono stati restituiti dal mare sulla spiaggia di Zawiya, a pochi chilometri a sud di Zuara, nella costa della Tripolitania. Tra loro donne e bambine. "Vittime di naufragi invisibili", dice la portavoce del l'Oim Safa Msehil, numerosi nel Mediterraneo, "in assenza di un efficace responsabile sistema di ricerca e soccorso di stato", sottolinea la portavoce dell'Agenzia Internazionale delle Migrazioni. Una nuova strage in mare nelle ore in cui sono state sospese le ricerche dei 10 dispersi nel naufragio tra Lampedusa e Lampione del 30 giugno scorso. Le ricerche sono andate oltre le 72 ore in cui si presume di poter trovare in vita i dispersi, proprio per non arrendersi. Diversi barchini sono arrivati inoltre sull'isola pelagica nelle ultime ore. 25 migranti di nazionalità tunisina e sono stati intercettati dalle motovedette della Guardia di Finanza e sbarcati al molo Favarolo. In tutto, nelle ultime ore, sono stati effettuati almeno sei soccorsi in mare, coordinati dalla Capitaneria di Lampedusa. Dopo il triage medico, i migranti sono stati trasferiti all'hotspot, in cui sono ora in 400. Di questi, 200 sono destinati alla nave quarantena Aurelia. Ad Augusta intanto le autorità italiane hanno bloccato la nave Geo Barents, il mezzo di soccorso in mare dei Medici Senza Frontiere, che ora, per irregolarità, è costretto al fermo. Soccorse della missione MSF, oltre 400 persone.