Sei vittime, 5 persone hanno perso la vita in mare e un bambino di 6 mesi è morto, dopo il salvataggio per lui era stato chiesto, come per altre 4 persone. un'evacuazione urgente, ha confermato la Guardia Costiera. Ancora morti nel Mediterraneo, ancora un naufragio, questa volta testimoni oculari dell'ennesima tragedia sono stati i volontari di Open Arms, l'unica nave umanitaria impegnata, in questo momento, nelle attività di soccorso dei migranti in fuga dalla Libia. La segnalazione del gommone in difficoltà è arrivata da uno dei veivoli di Frontex che ha allertato la ONG. L' imbarcazione, dice la Guardia Costiera Italiana, era in area Sar di responsabilità libica. Open Arms è stata contattata perché il mezzo più utilmente impiegabile al momento, in pratica, il più vicino. A quel punto i volontari si sono trovati davanti ad un'operazione di soccorso molto complicata. Il gommone, ha riferito Open Arms, aveva ceduto e le persone erano già tutte in acqua prive di salvagente e di dispositivi di sicurezza. Nelle immagini diffuse dalla ONG si vedono decine di migranti in mare attaccati a quel che resta del gommone, appoggiati a due grandi galleggianti di salvataggio lanciati in acqua dai soccorritori, insieme ai giubbotti di salvataggio. Secondo quanto ricostruito, i migranti erano in mare da 2 giorni. “Possiamo contare solo sui nostri mezzi, che sono due lance rapide e sei soccorritori. Questo ennesimo naufragio dimostra come sia necessaria, prima di tutto, un'operazione congiunta in mare da parte dei governi dell'Unione Europea e l'apertura dei corridoi umanitari”, ha commentato il presidente di Open Arms Riccardo Gatti.