Questo gruppo di migranti respinto alla frontiera di Claviere dalla polizia francese è stato appena accompagnato dalla Croce Rossa qui al rifugio Fra' Massi di Oulx. "Abbiamo preso in carico le prime otto persone migranti che sono state respinte dalle autorità francesi questa notte. Ora ci apprestiamo a tornare al confine perché ci sono numerosi altri respingimenti e persone da assistere sul territorio in montagna. A sbarcare ultimamente sono soprattutto persone che arrivano dall'Africa subsahariana, francofone, quindi in questo senso la destinazione Francia è privilegiata." La situazione è diventata incandescente alla frontiera e di riflesso per l'accoglienza, con il flusso di migranti cresciuto a dismisura negli ultimi due giorni. Fino a 180 persone per notte, a fronte dei 76 posti letto del rifugio. In 40 hanno dormito in sala mensa l'altra notte, altri 30 in questi container nel giardino, altri ancora fuori nei sacchi a pelo come testimonia questa foto. "La guerra civile in Sudan, la Tunisia, tutte le notizie che ci stanno arrivando e che condizionano l'aumento degli sbarchi. Un aumento della pressione probabilmente, anche nel sud Italia, a muoversi verso la Francia. È il desiderio di una speranza che è sempre più lontana per questa persone." Cresce anche il numero dei minori non accompagnati, una quarantina solo l'altra notte, e dei bambini anche piccolissimi che affrontano il viaggio insieme ai genitori. "Mentre la migrazione una volta riguardava soltanto singoli adulti, da 2 anni a questa parte abbiamo visto veramente famiglie che arrivano, famiglie che stanno arrivando da 2 anni di viaggio dall'Afghanistan o dal centro Africa, quindi sono centinaia di bambini che arrivano più tutta la questione dei minori non accompagnati che sono ancora un numero maggiore. Vediamo bambini, magari nati durante il viaggio, che non ho mai visto un pediatra." Il progetto MigrAlp ha offerto supporto logistico e medico più di 50.000 migranti dal 2018 ad oggi qui, in Alta Val di Susa. Accoglienza e vite salvate ma ora c'è bisogno di aiuto per continuare visti i numeri sempre crescenti. "Le persone cercano di passare il confine con la Francia in modo sempre più pericoloso per i respingimenti che fanno i francesi, quindi passano sui sentieri più in alto e si mettono nelle condizioni di rischiare la vita per i burroni, i crepacci e quando comincerà l'inverno per il freddo e la neve. Noi dobbiamo essere in grado di poterli soccorrere in montagna, di accoglierli qui e di poterli curare. Chiediamo al Governo che riconosca il valore del lavoro fatto qui dai volontari di tantissime organizzazioni e che dia il supporto necessario perché questo possa continuare.".