Se non ci furono vittime, fu miracolo. Così scrivono i PM della procura di Milano che hanno chiuso l'inchiesta sul gigantesco rogo che divorò il grattacielo di 18 piani conosciuto come Torre dei Moro, in via Antonini 32, a Milano. Le indagini hanno accertato che le fiamme che avvolsero il palazzo si svilupparono molto rapidamente a causa del materiale impiegato per rivestire l'edificio. Quei pannelli, dicono le indagini, erano identici a quelli della Grenfell Tower di Londra che andò a fuoco nel 2017 quando morirono 72 persone. Erano fabbricati con materiale combustibile di scarsa qualità, ma costavano poco, sostiene la procura che li definisce pericolosi, perché facilmente infiammabili. Sono 18 gli indagati per disastro colposo; fra questi, l'amministratore unico di Moro Costruzioni, tra i responsabili della società committente, Polo SRL, un incaricato alle vendite degli appartamenti, il direttore dei lavori e il responsabile tecnico del cantiere. Nella lista, anche due vigili del fuoco che diedero parere favorevole per il certificato prevenzione incendi. Il quadro ha svelato scenari inquietanti sottolineano il procuratore di Milano Marcello Viola e l'aggiunto Tiziana Siciliano. Il rogo divampò in un caldo pomeriggio d'estate. Era il 29 agosto del 2021, quando un innesco, partito accidentalmente dal balcone di un appartamento del quindicesimo piano, provocò l'incendio. In pochi minuti, entrambe le facciate dell'edificio presero fuoco così come gli interni di buona parte degli appartamenti; il rogo arrivò a bruciare anche alcune autovetture che erano state parcheggiate nei pressi della torre. Non ci furono vittime, perché molti degli inquilini non erano in casa.























