La giornata di Matteo, 28 anni, milanese di nascita e medico chirurgo da due, inizia così. Prima la vestizione di base, quella che non toglierà più fino alla sera, poi la lista dei pazienti segnalati dai medici sentinelle e selezionati dal portale di ATS. Infine, bisogna caricare la macchina di tutto il necessario per le visite e i tamponi perché dall'inizio della settimana a Milano i tamponi vengono eseguiti anche a domicilio per quei malati che non possono raggiungere un punto drive in o un ambulatorio. Il percorso è stato tracciato in anticipo, ma, una volta arrivati, bisogna vestirsi nuovamente. “Sopra la tuta integrale bianca che abbiamo sotto ho dovuto mettere un camice monouso, una mascherina chirurgica sopra quella FFP2 che già abbiamo di base, un doppio guanto, una cuffia di protezione per il cappuccio. Ho degli occhiali protettivi più una visiera per eventuali schizzi e un copriscarpe. Tutte queste cose che ho messo sopra verranno poi buttate nel momento in cui esco dalla porta di casa del paziente per evitare di sporcare e infettare tutto il tragitto verso la macchina. La visiera e gli occhiali che utilizzo vengono invece santificati, quindi disinfettati, nel momento in cui esco in maniera tale da riutilizzarli, evitando però di contaminare me e tutto il resto.” Matteo è uno di quei 25 medici delle Usca che coprono i vari quartieri dell'area metropolitana di Milano e Lodi. In una prima fase facevano solo visite a domicilio e chiedeva l'intervento dell'ambulanza quando la situazione non era gestibile altrimenti. Ora è stato formato per fare i tamponi e, dopo la pratica sui pazienti che fanno la quarantena all'hotel Michelangelo, è iniziato a girare per le strade della città. Una decina di tamponi al giorno perché i tempi sono davvero lunghi e prima di raggiungere il laboratorio dell'ospedale Niguarda, dove verranno processati, bisogna cambiare e sanificare tutto. Tra le persone che ha visto oggi non ci sono solo anziani, ma anche un ragazzo di 16 anni e una mamma di 50 con la figlia di 20. C'è chi sta ancora male, chi è guarito o sta meglio e chi, invece, chiede anche supporto e compagnia.