Una vita ai margini, sempre nel disagio, per strada e senza una dimora. Così Hasan Hamis , 37 anni marocchino, irregolare, avrebbe spiegato al Giudice i motivi che l'hanno portato ad aggredire il poliziotto Christian Di Martino, mercoledì sera alla stazione di Lambrate, a Milano. Gesti dettati dalla disperazione, si è giustificato, dicendosi dispiaciuto per l'accaduto. È in carcere a San Vittore, accusato di tentato omicidio per aver accoltellato l'agente. Il poliziotto è tutt’ora ricoverato all’ospedale Niguarda, portato qui in codice rosso. Ha subito oltre 70 trasfusioni, tra sacche di sangue e plasma, oltre a un intervento chirurgico durato ore: le sue condizioni sarebbero in leggero miglioramento ma la prognosi resta riservata. È stato colpito alla schiena tre volte con un coltello da cucina con una lama di 20 centimetri: era intervenuto assieme ad altri agenti della Polizia di Stato, dopo la segnalazione di quanto stava avvenendo alla stazione di Lambrate, dove un uomo stava scagliando pietre contro i vagoni dei treni e sui binari. Quell’uomo era Hasan Hamis, con precedenti per rapina aggravata, furto, lesioni personali, possesso di stupefacenti e sequestro di persona. Già in carcere, e poi libero, è rimasto in Italia da irregolare nonostante due provvedimenti di espulsione mai eseguiti. Era in evidente stato di alterazione quando gli agenti hanno tentato di bloccarlo anche usando il taser. Ventiquattro ore dopo circa, sempre a Milano, in un'altra stazione, alla Centrale questa volta, un egiziano di 36 anni è stato ferito alla spalla da un colpo di pistola esploso da un poliziotto. Avrebbe aggredito agenti: era appena uscito dagli uffici Polfer dove era stato denunciato per rapina e resistenza a Pubblico Ufficiale. Aveva dato in escandescenza, distruggendo vari oggetti attorno a sé. È in ospedale ma non in pericolo di vita.























