Il ... è stato esteso di recente da l'ultimo disegno di legge contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, tanto che ora può essere applicato anche in presenza dei soli reati spia o di minacce. Eppure di braccialetti elettronici in Italia ce ne sono ancora poco meno di 5700. Un numero contenuto se si pensa soprattutto che tra le funzioni primarie che dovrebbero avere questi dispositivi, c'è anche quella di allentare la pressione sulle carceri, arrivati a sfondare quota 60 mila detenuti al 31 dicembre 2023, su una capienza regolamentare di 51 mila persone. Ma tra le criticità legate all'uso dei braccialetti elettronici c'è anche quello del malfunzionamento, ovvero delle decine di falsi allarmi che ogni giorno arrivano alle centrali e che i Carabinieri aderenti all'Unione Sindacale Militari Interforze hanno già denunciato con una lettera inviata ai ministeri di Giustizia, Interno e Difesa. "I numeri, da quello che ci segnalano i colleghi, sono veramente esagerati perché non abbiamo una media, non abbiamo un dato statistico nazionale certo però a grandi linee ci parlano di circa 16 falsi allarmi quotidiani a braccialetto. Se mettiamo l'ipotesi ogni centrale operativa ha 10 braccialetti, parliamo di 100 falsi allarmi al giorno". Nel nostro ordinamento i braccialetti elettronici sono stati introdotti nel 2001, quando erano appena 14. L'uso è stato poi esteso col decreto svuota carceri e da ultimo con le modifiche apportate al codice rosso. Dal 2018 la produzione affidata a Fastweb che ha vinto la gara d'appalto. A seconda del tipo di reato funzionano con le radiofrequenze o con il GPS. L'uso però resta limitato, soprattutto se si guarda a quanto avviene all'estero. "La nostra preoccupazione è che se un giorno dovessimo mandare le nostre pattuglie sui primi sei falsi allarmi, non vorremmo mai che il settimo fosse un vero allarme e non avremmo la disponibilità di macchina da inviare per andare a fare la verifica".