Il ghetto ebraico di Venezia, il più antico d'Europa, secoli di storia, tradizioni e interazioni tra la comunità ebraica e la città lagunare, un luogo ricco di cultura, da sempre accogliente e aperto al mondo, un'area inserita nella lista del Viminale dei 205 obiettivi sensibili per i quali, a causa della complessa situazione in Medio Oriente, è stato disposto un innalzamento delle misure di sicurezza, soprattutto in vista del 7 ottobre, giorno in cui un anno fa si consumò il massacro di oltre mille persone nei territori israeliani per mano dei terroristi di Hamas. Da tempo la zona è presidiata 24 ore su 24 dal personale antiterrorismo della Guardia di Finanza, cui si sono aggiunte squadre di esercito, Polizia e Carabinieri, la situazione sicurezza è oggetto di costante valutazione tra le forze dell'ordine e il prefetto di Venezia. "La vita della comunità continua come sempre, tranquilla, sono 20anni che abbiamo la sicurezza garantita dalla finanza e ultimamente anche dell'esercito quindi siamo abituati, direi che la città è abituata". "La data del 7 ottobre si avvicina, la preoccupa?" "Mi preoccupano coloro che non capiscono cosa è successo il 7 ottobre e che cercano di fare delle contromanifestazioni in previsione del 7 ottobre, io dico sempre che il dolore è il dolore di tutti, le morti sono morti di tutti e tutte ci addolorano, dalla prima all'ultima e non è retorica. Però bisogna capire quelle di tutti. Noi siamo qua da 500 anni, più di 500 anni in questo ghetto, non ci sono mai stati sconvolgimenti abbiamo vissuto con gli altri, per gli altri e per noi stessi, siamo cresciuti, il ghetto è una parte di Venezia siamo profondamente veneziani".