I vertici dell'istituto scolastico l'hanno definita una prassi. Una procedura non codificata ma adottata sul campo un controllo per accertare l'identità delle studentesse di fede musulmana e consentire loro di indossare il burka durante le lezioni, ma solo dopo aver verificato che ad entrare in classe siano effettivamente le ragazze iscritte. L'iniziativa adottata dalla Dirigente di una scuola superiore di Monfalcone, in provincia di Gorizia, divide opinione pubblica e mondo politico. "Un modo per aiutare le studentesse a concludere serenamente il percorso scolastico di cinque anni", spiega la Dirigente della scuola Sandro Pertini, che ha inoltre disposto alcune modifiche ai programmi di educazione fisica per le studentesse musulmane. L'iniziativa da alcuni giorni è oggetto di scontro con l'amministrazione leghista del Comune, in particolare con l'ex Sindaca e oggi Eurodeputata Annamaria Cisint. "Le scuole fanno quello che possono e la Dirigente scolastica ha la mia stima", precisa l'ex Sindaca "Presenteremo una mozione e una legge regionale che vieti il velo integrale islamico nei luoghi pubblici, a cominciare dalle scuole. "Sono anni che denuncio una situazione molto grave che è di Monfalcone, con una percentuale di islamici presente altissima, con un numero di donne sempre più coperte e sempre più giovani e quindi ben vengano finalmente ben venga la consapevolezza che questo è un gravissimo problema che va risolto". I contorni della vicenda si allargano al più complesso fenomeno migratorio e nello specifico di Monfalcone, dove ha sede il principale stabilimento di Fincantieri, alla nutrita presenza della comunità musulmana bengalese. In città oltre 10 mila dei 31 mila abitanti sono stranieri per un quarto di religione musulmana. .