Va bene la sostenibilità, passino le emissioni zero, lo snellire il traffico, evitando i rischi del trasporto pubblico in epoca covi, ma forse è giunto il momento che anche i monopattini e i loro gestori inizino a rispettare le regole, soprattutto a Milano. Sostiene la procura del capoluogo lombardo, secondo un'indagine esplorativa avrebbe verificato che sulle strade e sui marciapiedi milanesi circolerebbero molti più monopattini sharing rispetto al numero consentito in un bando comunale. 750 gli esemplari che ciascuna azienda può infatti prevedere nella propria flotta sul mercato. Malgrado questo alcune di loro hanno dichiarato di avere in campo oltre 1400 mezzi e altri 700 pronti in garage, vantaggio comunque non indifferente se si pensa che le stesse aziende pagano una quota al comune per ciascun mezzo utilizzato, ma solo fino al massimo consentito di 750. E nulla per l'eventuale, o meglio non consentita, eccedenza. Oltre ai rischi presi e procurati da chi usa monopattino, a metà settembre a Milano se ne sono contati 136 in 108 giorni, la procura evidenzia anche altri punti deboli del free floating sulle due mini ruote, come il parcheggio selvaggio su strade e marciapiedi senza il rispetto degli spazi di sosta previsti o la mancata osservanza del limite di velocità di 25 km orari, con qualcuno addirittura capace di spingersi ben tre volte oltre. Siamo ai 90 all'ora e davanti a me un monopattino, che ha superato tutte le macchine.