C'è la confessione di Salvatore Calvaruso con la sua versione dei fatti. Di come abbia ucciso tre coetanei la notte di sabato scorso a Monreale, dove trascorreva la serata con il suo gruppo di amici arrivati dal quartiere Zen di Palermo, con una pistola che, ha detto, avrebbe trovato per terra qualche giorno prima e che non è stata ancora ritrovata. C'è il racconto di chi è sopravvissuto e di chi ha assistito alla strage. Ci sono le immagini delle telecamere della zona e i segni evidenti di 20 colpi di pistola esplosi. Il diciannovenne resta in carcere, ma nelle dichiarazioni spontanee, durante l'interrogatorio di garanzia, ha sostenuto che ha cercato di difendersi dall'aggressione delle vittime. Versione che contrasta con quella di alcuni testimoni che hanno raccontato invece di come una delle vittime sia stata aggredita dopo aver contestato al gruppo di Palermo, tutti a bordo di scooter, di rallentare in presenza di alcuni bambini. Da qui la rissa, i colpi di pistola, tre vittime, Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli e due feriti, tra cui un sedicenne. .























