Quel momento, in quel luogo, non può essere parte di noi. Non ci saranno i parenti delle vittime alla cerimonia di inaugurazione del Viadotto Genova San Giorgio, la nuova struttura costruita in poco meno di due anni dopo il crollo del Ponte Morandi, che trascinò con sè 43 vittime quel 14 Agosto del 2018. Il Comitato dei parenti delle vittime affida a una lettera le motivazioni del dissenso a un evento che dovrebbe essere sobrio: "Le emozioni" - si legge - "che la crescita di questa nuova struttura hanno suscitato in noi sono sempre state molto forti. È stato difficile assistere in questi mesi alle molte cerimonie per l'origine indegna che ha avuto questa costruzione". Molti i nodi ancora da sciogliere, tra cui quello sulle responsabilità del crollo e quello sulle concessioni. Come posso avere fiducia in chi ha fatto morire tutta la mia famiglia? Perché comunque in quel momento transitavano su una struttura che era gestita dal concessionario. Le colpe di chi saranno lo deciderà il Tribunale, cioè lo deciderà il processo, però la mia fiducia di cittadino non esiste più. Il Comitato chiede, invece, al Sindaco e Commissario per la ricostruzione, Marco Bucci, uno spazio sobrio per l'inaugurazione del cerchio dei 43 alberi, primo abbozzo del memoriale per le vittime, che sarà installato sotto al nuovo ponte che intanto attende il collaudo. "Abbiamo urgenza di sapere" - ha detto nei giorni scorsi il Sindaco - "chi si dovrà occupare del collaudo finale. Se non arriveranno risposte siamo pronti a risalire il Tevere in barca". Una boutade, ma non troppo, che racconta il sentimento dei genovesi in questi mesi. E poi c'è il dossier Autostrade in attesa sul tavolo del Governo con tutte le incertezze su cosa accadrebbe in caso di revoca. Una situazione di stallo che potrebbe addirittura far slittare la cerimonia d'apertura del nuovo ponte, per ora prevista al primo di agosto.