Maria Cristina Gallo non ce l'ha fatta. Si è spenta dopo aver combattuto contro un male scoperto troppo tardi. In attesa per mesi, come altre migliaia di persone, di referti provenienti principalmente dai reparti di anatomia patologica degli ospedali di Trapani e di Castelvetrano, cruciali per diagnosticare malattie anche gravissime, ma consegnati con incredibile ritardo, in alcuni casi a pazienti già deceduti. Maria Cristina ottenne l'esito dell'esame istologico a cui si era sottoposta 8 mesi dopo, con l'aiuto di un avvocato. Ma il suo tumore era già al quarto stadio e aveva prodotto metastasi. L'insegnante 56enne di Mazzara del Vallo ha perso la sua battaglia, ma con la sua denuncia ha aiutato tanti altri pazienti e ha portato ad un'inchiesta che conta ora 19 indagati tra medici tecnici e infermieri e 17 capi di imputazione, dall'omicidio colposo alle lesioni colpose fino all'omissione d'atti d'ufficio. L'avevamo incontrata in primavera nella sua casa. Ci aveva voluto mostrare alcune foto che la ritraevano sorridente, ma non il suo volto sciupato per via delle cure a cui tardivamente si era sottoposta. La sua storia ha commosso e indignato l'Italia. Le sue parole, oggi più che mai, invitano ad una riflessione. "La nostra Sicilia ha dei medici meravigliosi, infermieri meravigliosi, però si trovano strozzati da una sanità malata. Non si può giustificare quello che è accaduto. La sanità deve essere messa al primo posto, perché la salute è il primo bene". .























