Un'emozionante ricordo e tanti buoni propositi prima del caos. Erano cominciati nel migliore dei modi i cortei che a Roma e Milano, al grido "giustizia e verità per Ramy", imploravano di non dimenticare la vicenda del giovane di origini egiziane morto il 24 novembre scorso, dopo un inseguimento con alcune auto dei carabinieri. A Roma tutto sembrava filare liscio, finché all'altezza del quartiere San Lorenzo, l'equilibrio si è rotto. I buoni propositi sono stati dimenticati in fretta. Quando partono i primi lanci di bottiglie e petardi all'indirizzo delle forze dell'ordine, la tensione è già altissima. Una bomba carta mette a dura prova i vetri di un blindato, ma la Polizia sembra limitarsi a controllare o quantomeno contenere i disordini, almeno fino a quando non arriva l'ordine dalla Questura di disperdere i malintenzionati per scongiurare il peggio e tutelare la stessa incolumità degli agenti. La prima carica non sortisce grandi effetti, i manifestanti non arretrano, gli scontri si fanno aspri. Alcuni poliziotti restano feriti. La piazza è un campo di battaglia. La normalità fatica ad essere ripristinata. Il ricordo e i buoni propositi propositi lasciano il posto a sgomento e rabbia. Negli stessi minuti, a Milano, si concludeva con una fragoroso applauso dedicato alle vittime del razzismo il corteo per Ramy e Fares.