Le indagini della procura di Milano sulla morte di Ramy vanno avanti serrate. Sono due i filoni seguiti dai magistrati. L’ipotesi di reato per il filone principale resta al momento quella di omicidio colposo stradale con due indagati: il carabiniere di 37 anni alla guida della gazzella e Fares, l’amico di Ramy che guidava lo scooter quella notte. L’altro filone riguarda l’ipotesi di depistaggio e favoreggiamento e vede coinvolti due militari accusati di aver fatto cancellare il video al testimone oculare. Il ventottenne Omar che nei video, ora al vaglio della polizia giudiziaria, si vede mentre filma le fasi finali dell’incidente. Nell’ultima sequenza di immagini alza le mani mentre due carabinieri gli vanno incontro. "Mi sembra che tutto collimi in maniera perfetta. Quindi, in realtà le dichiarazioni rispetto al sinistro che sono state fornite anche con molto coraggio, devo dire, e senso civico dal teste Omar, io credo che nel filmato siano perfettamente coincidenti". La consulenza cinematica disposta dalla procura serve proprio a ricostruire esattamente la dinamica dell’incidente. Elementi che andranno incrociati con i video, le perizie sull’asfalto e sui veicoli coinvolti e anche con i risultati dell’autopsia sul corpo del diciannovenne morto sul colpo. Nelle ultime ore si è appreso che a perdere il casco durante l’inseguimento non è stato Ramy come inizialmente si era pensato ma Fares. Questo che vedete è il casco che vola via durante il lungo inseguimento. Mentre questo era il casco indossato da Ramy ed è stato ritrovato sul luogo dell’incidente insieme al suo cappellino. "Ramy non è morto per trauma cranico. Ramy purtroppo è morto per un brutto, bruttissimo schiacciamento addominale. Ramy aveva il casco, tra l’altro, chi portava il casco al momento dell'impatto e lo abbiamo scoperto ieri era proprio Ramy. Presumibilmente il casco è stato perso dopo la caduta, dopo l'impatto perché è stato ritrovato ancora allacciato, per altro.