"Sono particolarmente addolorato per la scomparsa di Eugenio Scalfari giornalista, direttore, sagitta, uomo politico, testimone lucido e appassionato della nostra storia repubblicana. Dai primi passi all'interno di quella grande scuola di giornalismo che fu Il Mondo, alla direzione dell'Espresso, fino alla fondazione della Repubblica". Quelle del Presidente della Repubblica sono parole che arrivano a metà giornata e sono tra le più attese. La testimonianza non solo di un rapporto istituzionale ma anche di un legame di stima e rispetto reciproco che si era costruito con gli anni e con le sfide affrontate da entrambi. Stesso tenore anche quelle del Presidente del Consiglio Draghi: "Scalfari è stato assoluto protagonista della storia del giornalismo nell'Italia del dopoguerra. La chiarezza della sua prosa, la profondità delle sue analisi, il coraggio delle sue idee hanno accompagnato gli italiani per oltre 70 anni. Hanno reso i suoi editoriali una lettura fondamentale per chiunque volesse comprendere la politica e l'economia". Queste le righe dettate dal Capo dell'esecutivo cui seguono a stretto giro quello di un altro Capo dello Stato Giorgio Napolitano, anch'egli legato da un rapporto di stima reciproca con il fondatore della Repubblica. "Con Scalfari scompare non solo un grande giornalista innovatore e un acuto e poliedrico intellettuale, ma anche un protagonista della vita pubblica e del confronto delle idee, animato sempre da alto senso civico e indomita passione civile". In questo coro a cui si devono aggiungere anche il Presidente della Camera e del Senato, gran parte del mondo politico, soprattutto a sinistra, spicca il Tweet di Silvio Berlusconi che invece con Scalfari ebbe un continuo e aperto scontro politico. "Eugenio Scalfari è stato una figura di riferimento per i miei avversari in politica. Oggi, però, non posso non riconoscergli di essere stato un grande direttore e giornalista che ho sempre apprezzato per la dedizione e la passione per il suo lavoro". Dolore ovviamente nella sua testata che nell'edizione on-line dedica l'apertura alla scomparsa del suo fondatore. È stato un rivoluzionario del giornalismo, come dimostra la fondazione di Repubblica a sua immagine e somiglianza con il merito immenso di aver trasformato le informazioni in conoscenza e il lettore in cittadino. Sono le parole di Ezio Mauro, uno dei direttori della testata. Colui che ha preso le redini del giornale dopo che Scalfari cedette la guida del giornale. Omaggio infine anche da chi ha preso la guida dell'intero Gruppo Editoriale, John Elkann, Presidente del gruppo Gedi, che ne ha riconosciuto l'intraprendenza e la libertà di pensiero.























