È stato l'unico italiano insignito dello Snow Leopard, il premio riservato a chi doma le cinque vette oltre i 7000 metri dell'ex Unione Sovietica. Gli sono state fatali le montagne dell'alta Val di Susa, vicino a casa. Carlo Alberto Cimenti, per tutti Cala, è morto a 45 anni sepolto insieme all'amico Patrick Negro, sotto due metri di neve da una valanga precipitata a valle per 200 metri, nella zona della Cima del Bosco. È servita l'unità cinofila per individuare i corpi dopo che il soccorso alpino ha tracciato il segnale degli apparecchi sulla tuta dei due. La passione di Cimenti per le montagne abbracciava tutto l'anno, d'invero lo sci alpinismo, d'estate il parapendio, sempre con il sorriso e l'entusiasmo, immortalati nei video sui social. In quota c'era tutta la sua biografia che sul profilo Facebook da 15000 follower riassumeva così: "scalo le montagne per scenderle con gli sci ai piedi". A 12 anni sul Monte Bianco prima impresa di una serie che lo aveva reso una leggenda del settore. Era sopravvissuto al coronavirus e agli 8000 metri del Nanga Parbat, conquistato nel 2019. In Pakistan aveva salvato la vita al compagno di quell'avventura: Franco Cassardo in Nepal, a 5000 metri sul livello del mare, aveva chiesto a sua moglie Erica di sposarlo. Pragelato, il comune dove le vittime abitavano, ha indetto il lutto cittadino.