Erano tutti ospiti del centro di accoglienza straordinaria di Cassinasco, in provincia di Asti. Storie diverse di fuga e di disperazione. La vittima, Manneh Nafugi, un diciottenne richiedente asilo del Gambia, morto dopo alcuni giorni di agonia, e i suoi presunti aggressori di origine pakistana, anche loro richiedenti asilo. Stando a una prima ricostruzione sarebbe stato proprio uno di questi ultimi, un pakistano di 34 anni, ad aggredire a colpi di bastone e poi con una catena antifurto in acciaio il diciottenne, durante una rissa scoppiata in pieno centro a Canelli, in provincia di Asti, sotto gli occhi dei passanti. I fatti risalgono allo scorso 30 aprile. Le condizioni del ragazzo da subito erano apparse gravissime, tanto da richiedere l'intervento dell'elisoccorso. Inutile il ricovero all'ospedale di Alessandria. Fatale sarebbe stato proprio un colpo inferto con la catena d'acciaio usata dai suoi aggressori durante la rissa, scoppiata probabilmente per dissapori maturati all'interno del centro di accoglienza. Sul pakistano, 34enne, arrestato e detenuto nel carcere di Quarto d'Asti, pende ora l'accusa di omicidio. Fermato dai Carabinieri anche un altro pakistano che avrebbe partecipato alla rissa. L'episodio riaccendere i riflettori sul nodo accoglienza e sulla gestione dei Cas, ormai affidata in toto alle prefetture, e soprattutto dei Cpr, i centri di permanenza per i rimpatri, che dovrebbero in prospettiva essere uno per regione ma i cui progetti sul territorio sono ancora pressoché fermi.