È venerdì giorno di preghiera anche nella Moschea di Firenze. Coincide con lo sfratto esecutivo che la Comunità musulmana ricevuto sei mesi fa dopo 17 anni di locazione. Non è una questione di pochi intimi, riguarda 30mila persone di cui il 15% è cittadino italiano. "Il 15% di 30mila fa 4500 cittadini. Impedendo di avere un luogo di preghiera a 4500 cittadini si infrange 4500 volte la Costituzione". I fedeli fanno muro davanti all'entrata e mostrano dei castelli. L'Imam Izzedin Elzir per molto tempo a capo dell'UCOII - Unione delle Comunità Islamiche persona pacifica ma il suo messaggio è chiaro. "La nostra risposta è che noi siamo qui a pregare. Noi non andiamo via finchè non troviamo alternativa". Ci sono stati in passato diversi tentativi da parte della comunità di trovare una soluzione più dignitosa rispetto al fondo di Piazza dei Ciompi, tutti falliti. Così si è arrivati allo scontro odierno tra due diritti: quello di culto e quello relativo alla proprietà. Il confronto con l'Ufficiale giudiziario è andata avanti a lungo, poi la decisione, un modo per prendere altro tempo. L'esecuzione dello sfratto della Moschea è stata sospesa per rischi di ordine pubblico. E adesso si riparte dall'appello del Sindaco Nardella a tutta la città: chi può contribuisca all'individuazione di una soluzione duratura relativa al centro di preghiera.























