"Dopo 50 anni siamo ancora qui dove sono celebrati i processi a Pacciani e ai compagni di merende". L'avvocato Mazzeo era uno dei difensori di Mario Vanni e con l'avvocato Biscotti ha un obiettivo: "Noi stiamo lavorando per una richiesta di revisione a nome dei familiari di Vanni, perché noi non crediamo a quel processo". Nonostante le condanne definitive, mentre Pacciani morì prima del secondo processo, gli otto duplice omicidi del mostro rimangono una storia criminale infinita. Davanti alla Corte d'Assise sono stati aperti dei plichi con la speranza di ritrovare la macchina fotografica della coppia di francesi trucidata nel 1985 agli Scopeti. Sicuramente un ricordo affettivo richiesto dai familiari, ma su ogni reperto del mostro si riversano ogni volta straordinarie aspettative. "Sfortunatamente non è stato rinvenuto niente di tutto ciò che noi avevamo chiesto. Quindi, non è stata rinvenuta la macchina fotografica, non sono stati rinvenuti i 17 fotogrammi, non sono state rinvenute le 16 diapositive, non è stato rinvenuto il pezzo di pellicola. C'erano due plichi, il 53-0-69 conteneva tre indumenti e il 53-0-70 che conteneva semplicemente il catino ma non la copertura della tenda. Dove sia finita la copertura della tenda non è stato possibile accertarlo oggi". Possibile che questi reperti siano finiti in altri procedimenti, come quella a carico di Vigilanti recentemente deceduto, l'ultimo indagato per i delitti. "Dobbiamo pensare che se non è da una parte dev'essere da quell'altra. Non possiamo mica pensare che sono stati soppressi, no? Sarebbe grave, quindi, prima o poi salteranno fuori". Ed è così che continua la storia autorigenerante del mostro.