"Il tuo parroco si prende cura di te" si legge in un volantino della Conferenza Episcopale Italiana e Don Maurizio interpreta pienamente la sua missione. Per tre o quattro volte la settimana lascia i suoi impegni alla Pieve di Vicchio per vaccinare nel Palazzetto dello Sport di Dicomano, altro piccolo centro del Mugello. "Dai 19 anni ai 40 anni ho fatto l'infermiere, quasi tutti i miei anni di lavoro, qui a Borgo San Lorenzo nell'ospedale. Siamo in emergenza sanitaria, questo non lo possiamo dimenticare, per cui credo che la cosa più importante è mettersi a disposizione per ciò che c'è da fare. E io, appunto, mi sono reso disponibile, ecco". Non ha perso nulla del mestiere precedente. "Si accomoda lì e mi dà il braccio che usa di meno". Competenza, velocità ed empatia. Uomo di fede e di scienza. "Non si contraddicono le due cose, anzi, c'è molta continuità nella mia attività, poi c'è un approccio all'umano, diciamo così, rodato, perché stando a contatto per tanti anni con le fragilità, con le sofferenze, con le famiglie, con le persone adulte, i bambini, le persone anziane, i morenti, ecco, questo qui ti permette di avere un approccio alla persona nella sua globalità, mi verrebbe da dire un bagaglio importante, ecco, che mi aiuta, ecco, mi aiuta anche nel mio oggi con ruolo diverso". Niente toni enfatici, si raccomanda, lo stile è quello di Papa Francesco e quest'opera di bene è probabilmente in linea con uno dei temi più cari del suo pontificato. "La Chiesa d'uscita io la percepisco così".