25 anni di Julia e non sentirli. Il fumettista Giancarlo Berardi che la inventò nel 1998 per Bonelli Editore sceglie di festeggiare a Napoli il suo personaggio: criminologa delicata e anticonformista con le sembianze di Audrey Hepburn. Siamo al Festival del Giallo alla sua seconda edizione dove il papà di Julia racconta i primi 25 anni della sua creazione. "È una donna, è una professionista, è una donna che ha scelto la sua vita, che è preparata come sono spesso le donne oggi, e quindi, come dire, affronta la vita in un mondo di maschi che spesso non sono alla sua altezza e che devono arrancare per starle vicino". "Dove e come sarà ambientato il numero 300 di Julia?". "Sarà ambientato a Roma, che è una città che amo molto come Napoli". "Qual è la riflessione fondamentale che Julia suggerisce a tutti noi?". "Di cercare più uguaglianza, di fuggire dalle tentazioni del razzismo. La coerenza fondamentalmente. È così rara la coerenza". "Personaggio impegnativo". "La vita è impegnativa e anch'io lo sono un po'". Napoli non è un caso. Nonostante abbia una lunga tradizione solo da qualche anno vive finalmente una stagione di successi per il romanzo giallo. "A metà dell'Ottocento Mastriani scrive il primo giallo italiano e non se lo fila nessuno. Capita la stessa cosa con Matilde Serao agli inizi del Novecento. Capita la stessa cosa con Attilio Veraldi, "La Mazzetta" e non succede niente. E ad un certo punto arriva un signor Maurizio De Giovanni e si crea finalmente una vera e propria scuola del giallo napoletano. Questa è la storia: la storia di un viaggio cominciato tanto tempo fa e che ora sta diventando concreto".