"Anche se il nostro maggio ha fatto a meno del vostro coraggio, se la paura di guardare vi ha fatto chinare il mento". De Andrè e Napoli. De André e le periferie. Una lunga storia d'amore che continua ancora oggi. C'è anche Dori Ghezzi a Scampia, all'inaugurazione del grande murales. Un palazzo che oggi ospita parte degli abitanti che per anni sono stati costretti ad abitare nelle cosiddette Vele. "Amava il mondo intero, amava l'Italia ma Napoli è sempre stata una città che sentiva in modo particolare vicino a lui. Arrivava dalla borghesia genovese ma gli andava stretta, no, e quindi ha cominciato già lì a frequentare la gente che impara, se vogliamo, la cultura sulla propria pelle, no. Ha cercato di viverla così per poterla poi raccontare a modo suo, con le sue parole". L'opera, in via di realizzazione nell'ambito del maggio dei monumenti 2022 promosso dal comune di Napoli, è firmata da Jorit in collaborazione con altri street artists come Trisha Palma, che vive proprio a Scampia. "Non è solo un poeta, non è solo un grande musicista, era ed è un grande rivoluzionario. Ha cantato i bisogni degli ultimi, ha cantato le lotte, ha cantato l'idea di riscatto". "Sono fiera del fatto che mi hanno chiamato per fare una cosa del genere perché fa capire che non ci sono solo cose, diciamo, negative a Scampia, cioè c'è anche del buono". All'inaugurazione del murale c'è una piccola folla di turisti da altre Regioni e di residenti, che sono orgogliosi di ospitare qui il murale ma -spiegano- la strada da fare è ancora tanta. Ad esempio, parte delle Vele è ancora in piedi a due anni dall'inizio dell'abbattimento. "C'è anche da dire che i problemi ci sono e rimangono. Ci sono ancora le Vele alzate, 350 nuclei familiari che vivono ancora in quelle condizioni".























