"La paura c'è ancora, il brutto però l'ho scampato e non vedo l'ora di tornare a casa". Luisa Mangiapia era al parco giochi con la sua bimba di 11 anni. Fuorigrotta, quartiere residenziale dell'area Ovest di Napoli, un normale pomeriggio di primavera ha rischiato di trasformarsi nell'ennesima tragedia che genera le tante, troppe vittime innocenti di criminalità. Criminalità di giovanissimi che non guarda in faccia nessuno e spara tra adulti e bambini in un parco giochi. Un proiettile le colpisce la gamba, all'ospedale San Paolo di Napoli i medici l'assistono subito. È ancora scossa, ma decide di raccontare. "Ho sentito lo sparo, non me ne sono accorta di nulla, dopo due minuti, dopo nemmeno due minuti, ho visto la mia gamba che sanguinava. Mi sono spaventata, ho gridato, ma nessuno capiva cosa mi stava succedendo. Poi quando hanno capito, mi hanno soccorso". "E la bimba era con lei?" "La bimba era con me, ma non solo lei, molti bambini. Mia figlia stava nel gruppetto con le amiche, stavano giocando. Uno va nel parco per divertirsi, non per un trauma". La traiettoria del proiettile era bassa, avrebbe potuto colpire alla testa un bambino. E anche a Luisa Mangiapia sarebbe potuta andare molto peggio. Il suo appello e soprattutto a chi ha sparato: "A questi ragazzi di non scendere con le pistole armati". "Poteva anche purtroppo andare peggio?" "Si, potevano colpire un bambino, un ragazzo". "Poteva andare peggio anche a lei?" "Si, si". Intanto continuano le indagini della Squadra Mobile e della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Una delle ipotesi è lo scontro tra i giovani criminali che cercano di contendersi lo spazio lasciato libero dopo l'arresto dei vertici del clan Troncone che era egemone in quella zona.