La condanna a 18 anni e otto mesi al diciassettenne che ha ucciso Santo Romano nella notte tra l'1 e il 02/11 scorsi a San Sebastiano al Vesuvio, dopo una lite per un paio di scarpe sporcate, secondo i familiari della vittima è una sentenza che non rende giustizia. Neppure avendo superato i 17 anni chiesti dal PM. A questo si aggiunge l'amarezza per la reazione dell'omicida che sui social fa pubblicare messaggi prepotenti e di sfida dopo la condanna. A denunciare l'accaduto è stato il parlamentare di AVS, Francesco Emilio Borrelli, che ha raccolto la segnalazione dei familiari della vittima. Chiunque gestisca la pagina dell'assassino ci fa capire con che spirito sta affrontando la condanna, dichiara il deputato, e la mancanza totale di rispetto per i familiari della vittima e di pentimento per l'atto commesso. La lettura della sentenza per l'omicidio di Santo Romano è stata seguita da tensioni e insulti contro i familiari dell'omicida che è stato ritenuto responsabile di omicidio aggravato dai futili motivi. Un'ira sfogata anche in malo modo, con parole pesanti e minacce di morte. La dinamica di quello che è accaduto nella drammatica notte a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli è stata ricostruita dai Carabinieri e dalla Procura dei minorenni. La rissa sfociata in omicidio è scattata solo per un paio di scarpe sporcate, i cosiddetti futili motivi, così come accade sul lungomare di Napoli in occasione dell'omicidio del pizzaiolo Francesco Pio Maimone. Le motivazioni di quell'omicidio sono uscite pochi giorni fa. Nelle motivazioni della sentenza i giudici evidenziano quelle frasi pronunciate da Luigi Valda, il fratello di Francesco, che banalizzano la morte dell'innocente Maimone alla stregua di un danno collaterale dell'eterna guerra criminale combattuta nelle strade, guerra che poteva coinvolgere anche altri innocenti. .























