Pienone a Napoli per il Natale e tra la folla di turisti e napoletani è corsa ai regali last minute per le vie del centro storico e quelle dello shopping. Gettonati artigianato, libri, abbigliamento e, per chi può permetterselo, viaggi. “Abbigliamento, cose utili. Un pensiero, ma utile.” “Cosa abbiamo preso per il momento? Al momento una tastiera per mio nipote, poi abbiamo preso un po' di vestiario per essere un pochino più carini, un'altra macchinina per l'altro nipotino, ma si va anche sulle cose pratiche. Ripeto, il vestiario è quello che vince di più.” “Qual'è il suo regalo del cuore?” “Non ho un regalo del cuore. Un viaggio, anzi, sì, un viaggio.” Tranne qualche eccezione, quasi per nessuno è importante spendere molto, ma l'importante è fare regali simbolici. “Non sono un materialista, il mio regalo è stare in famiglia, l'unione.” “Ho spero, per ora, 200 - 300 euro.” “Che cosa ami di più regalare?” “Diciamo cose non preziose, ma gesti carini, qualcosa che fa fare un sorriso. Regalo un sorriso, questo è tutto.” “Quasi 450, credo, sì.” “Tanto?” “Ho fatto anche il regalo per me!” “In questo Natale mi sono commossa perché mia figlia non mi ha chiesto videogiochi, mi ha chiesto il teatro dei burattini.” E nella strada dei presepi tra chi cerca oggetti fatti a mano c'è chi propone come regalo la buona sorte. “Io sono il personaggio Sciò Sciò. E' dall'anno Settecento che ci sta lo Sciò Sciò, quello là che scaccia via il malocchio per tutta la gente alla quale parlano mai alle spalle, si fa il rito napoletano. Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio! Aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglio!”.