130 corpi, pochi sono stati recuperati, gli altri considerati dispersi, inghiottiti dal mare. Quello che si vede in queste immagini, è ciò che resta del gommone carico di migranti affondato al largo della Libia, a nord est di Tripoli. Era da mercoledì mattina che l'Alarm Phone, aveva lanciato il primo SOS, da quel momento sarebbe partito un rimpallo di responsabilità, come accusano le ONG, prime ad intervenire con l' Ocean Viking. Vicini al luogo del naufragio anche tre mercantili, che la Guardia Costiera italiana avrebbe segnalato alle autorità libiche come previsto dalle Convenzioni Internazionali. A quel punto, il coordinamento dei soccorsi, sarebbe stato assunto da Tripoli. Ma le difficili condizioni meteo, avrebbero reso intervento impossibile. A segnalare i migranti in difficoltà, anche un aereo di Frontex, l'Agenzia Europea della Guardia di Frontiera e Costiera, ma a trovarsi davanti questo, alla fine, non ci sarà nessuno e anche l'ONU punta il dito contro le autorità europee che avrebbero ignorato le richieste d'aiuto e l'ultima strage di migranti in mare, in Italia, diventa terreno di scontro politico. Altri morti sulla coscienza dei buonisti, twitta Salvini, corridoi umanitari gestiti dall'ONU sono l'unica soluzione, replica il segretario del PD Enrico Letta.