Concluso l'incontro con Mattarella, le telecamere riprendono Leonardo Bonucci discutere con gli uomini della sicurezza. Da programma non è previsto alcun giro celebrativo per evitare assembramenti, lungo le strade della capitale. Ma le persone hanno già invaso le strade del centro. L'istanza della squadra è così sintetizzabile: ormai la gente è uscita, si può anche tornare in albergo con un bus scoperto. Gli azzurri salgono a bordo e tra migliaia di persone, accalcate lungo il tragitto, inizia il giro che li porterà poi in hotel. Il permesso era stato negato, dice il Prefetto di Roma, Piantedosi, in un'intervista al Corriere, linea concordata con la ministra dell'Interno Lamorgese e il capo della Polizia Giannini. Dalla FIGC, prosegue amareggiato, ci era stato assicurato che sarebbe stato utilizzato un bus coperto invece è arrivato quello scoperto, e a quel punto, sostiene il Prefetto, confermare il divieto avrebbe potuto creare problemi di ordine pubblico. I giocatori non vogliono sentirsi responsabili. Così arriva la risposta della FIGC che in una nota, dopo aver ricordato che il programma iniziale della Federazione prevedeva il ritorno e il rompete le righe su Coverciano, spiega: dopo la cerimonia al Quirinale, su richiesta della squadra, visto il numero di persone assiepate lungo il percorso è stata reiterata l'istanza per poter utilizzare il bus scoperto, preventivamente preparato per ogni evenienza. La situazione a quel punto non era più gestibile, perché si legge, il bus coperto non aveva dissuaso i tifosi. A quel punto in accordo con le istituzioni, si è deciso per un breve tragitto in bus scoperto, sia per tutelare i calciatori, sia per non deludere le migliaia di persone che aspettavano. Il tentativo ovviamente è quello di stemperare i toni: nessuna intenzione di alimentare la polemica, scrive ancora la Federazione, siamo responsabili e rispettosi, delle istituzioni e dei tifosi italiani.