Il reclutamento di personaggi legati alla cosca Buda-Imerti che nel tempo hanno assunto un ruolo apicale fra i lavoratori. Nell'operazione della Dia, denominata Scilla e Cariddi, c'è stato un ingente sequestro di beni riconducibili al boss Massimo Buda, secondo la ricostruzione degli inquirenti quella della Caronte non è una classica storia di tangenti alla ndrangheta, perché in questa vicenda l'organizzazione mafiosa calabrese è parte integrante del business legato agli appalti di trasporto ristorazione e pulizia. Eppure, per evitare infiltrazioni delle 'ndrine la società aveva affidato un ruolo nel suo CdA a un ex prefetto, ma dalle intercettazioni appare chiaro che questo controllo non è mai stato effettuato. La circostanza è che nel corso delle indagini sono emerse delle telefonate con esponenti del mondo delle istituzioni, tenuto conto anche dell'elevato profilo delle dimensioni di questo soggetto economico, non dimentichiamo che la Caronte è un soggetto economico che vale 500 milioni di euro, è un soggetto economico che annovera 1200 dipendenti, è un soggetto economico che ha una costellazione di 23 società, quindi non è sorprendente la circostanza che i vertici della Caronte abbiano potuto tenere rapporti con il mondo delle istituzioni, non è un effetto sorpresa.