Mia resta in prognosi riservata ma le sue condizioni stanno lentamente migliorando. La piccola di due mesi e mezzo, che gli agenti di polizia hanno chiamato Mia per proteggere la sua privacy, è stata ricoverata all’ospedale Regina Margherita di Torino con traumi al cranio e fratture multiple alle costole. Trasferita d’urgenza da Vercelli il 25 luglio scorso, ora è passata al reparto di terapia subintensiva. È arrivata in condizioni davvero critiche. Dopo una segnalazione dell’Asl di Vercelli, sono scattate immediatamente le indagini che hanno appurato in modo inequivocabile che quei traumi e quelle lesioni erano frutto di maltrattamenti familiari. È stato il padre ad ammettere davanti agli inquirenti le sue responsabilità. Indiscrezioni dai verbali dell’interrogatorio vedono l’uomo dichiarare d’aver stretto troppo forte la neonata e averle fatto sbattere la testa nel tentativo di fermare il suo pianto disperato prima di metterla in culla. L’uomo ora è indagato a piede libero per lesioni personali aggravate. La mamma, invece, è estranea alla vicenda. La famiglia di Mia, già seguita dai servizi sociali di Vercelli, per gli inquirenti ha dimostrato sin da subito diverse criticità. Ora è la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minori di Torino a dover decidere il futuro della piccolina.