Pareti di neve alte più di 2 metri, strade in cui solo le turbine riescono ad aprirsi un varco. Il paesaggio è spettacolare sull’Etna ma ad una settimana dalla più intensa nevicata avvenuta negli ultimi decenni. Dopo la bufera di vento e neve che ha colpito la Sicilia orientale ci sono ancora rifugi irraggiungibili e in molte località montane manca la luce. "Situazione attuale a Rifugio Citelli". A 1800 metri Daniele Pennisi, è ancora isolato. Soltanto i forestali sono riusciti a raggiungerlo per portargli il carburante e far funzionare il gruppo elettrogeno. "La strada è ancora chiusa, siamo riusciti a liberare gli impianti idrici e scongelare l'acqua, abbiamo levato un po' di neve, abbiamo aperto un varco per le uscite di emergenza e le altre porte. Qualcuno sicuramente ha fatto i conti male, o si è curato poco di quella che era l'allerta meteo". Per rispondere alle numerose richieste di intervento sono arrivati i mezzi Anas dalla Calabria. Gli operatori turistici riuniti nella associazione Etna sud si dicono stanchi di questa cronica emergenza. "Per assurdo se non avessimo avuto oggi una Regione a statuto speciale, la competenza dello spazzamento delle nostre strade sarebbe stata di competenze dell'Anas. La stessa che è dovuta intervenire in questi giorni con i mezzi in dotazione in Calabria". Uomini della Forestale, della Protezione Civile e dell’Anas sono chiamati di continuo ad intervenire, nei primi giorni per soccorrere i turisti, come questa coppia sorpresa dalla neve nella casa vacanza in cui si trovavano a 1400 metri. Adesso per la riapertura delle strade ancora inaccessibili per il ghiaccio e la neve.