Sono passati più di sette anni dall'omicidio in una discoteca di Lloret De Mar, Niccolò Citti. Se ancora appesi ci sono gli striscioni è perché giustizia non è stata fatta e non perché non ci siano le sentenze di condanna. Anzi, ne sono state emesse due in Spagna e in Italia, 23 anni in Cassazione, ma il colpevole è libero. Rassoul Bissoultanov, ceceno, esperto di armi marziali, è irreperibile, dopo essere stato scarcerato da due giudici italiani, dopo una istanza presentata dalla difesa. La famiglia di Niccolò ha per questo ha deciso di denunciare la Presidenza del Consiglio e quindi lo Stato. "Non possiamo agire contro i giudici. Ma possiamo agire contro lo Stato italiano, contro la Presidenza del Consiglio che a sua volta, se arriveremo ad avere ragione, si potrà rivalere contro i giudici che hanno commesso questo gravissimo errore". C'è un caso simile alla storia di Niccolò, di un giovane italiano picchiato a Lanzarote. Che cosa si sente di dire alla sua famiglia? "Io mi auguro che innanzitutto questo ragazzo si salvi. La polizia spagnola ha fatto, come nel caso di Niccolò, inizialmente il proprio lavoro. Ha trovato un responsabile. A questo punto credo che ci voglia molta forza da da parte dei suoi genitori affinché tutto prosegua". Bissultanov era già scappato una volta e ripreso dalle forze dell'ordine italiane. Avete speranza adesso di poterlo rintracciare da qualche parte? "Nessuno e niente ci potrà rendere il nostro Niccolò. Non ci deve essere vendetta, ma ci deve essere giustizia, giustizia vera, giustizia vera è prendere chi commette questi crimini, metterli in carcere, fargli scontare quello che devono scontare senza nessun altro tipo di perdono, assolutamente".