"Da domani, dal 15 ottobre, fino a che il Green pass non verrà ritirato definitivamente, la rivoluzione popolare non fermerà il suo cammino, con o senza di noi. Il popolo ha deciso di alzare il livello dello scontro". Questa la risposta di Forza Nuova alla notizia dell'arresto di 12 suoi appartenenti, tra cui Roberto Fiore e Giuliano Castellino, rispettivamente leader nazionale e leader romano della formazione. Le accuse a cui devono rispondere sono pesanti: danneggiamento aggravato, devastazione, saccheggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Ma le indagini proseguono e sono in arrivo le denunce proveniente da un altro attacco degli estremisti, quello contro il Policlinico Umberto I, dov'era stato trasportato un manifestante ferito, che però si è rifiutato di sottoporsi alle procedure anti-Covid. Manifestante poi raggiunto da parenti e amici, che hanno preso d'assalto il pronto soccorso, obbligando il personale sanitario a sigillare i locali. Quattro di loro sono stati feriti, compreso un'infermiera colpita alla testa con una bottiglia. Feriti che si sommano ai 38 registrati degli appartenenti alle forze dell'ordine. A un agente è stato fratturato uno zigomo, a un funzionario della questura una costola. Sabato pomeriggio il centro di Roma è stato dunque preso in ostaggio da un gruppo "no Green pass", "no vax" e neofascisti, arrivati a pochi passi da Palazzo Chigi e che hanno quindi avuto il loro culmine nell'assalto squadrista alla sede della CGIL. Sono Fiore e Castellino che gridano libertà, mentre però assaltano il sindacato. Su Fiore già una condanna per associazione sovversiva e banda armata, mentre su Castellino c'è un obbligo di soggiorno e un provvedimento di sorveglianza speciale. Insomma, per la legge, semplicemente non potevano stare in piazza, dove comunque erano circa in diecimila a sventola il tricolore e a inneggiare contro il Governo e contro i vaccini, che sembrano temere più di un virus, quello del Covid, che ha già causato, solo nel nostro Paese, oltre 130 mila morti. Le immagini da guerriglia urbana preoccupano ora il Viminale, per quanto potrà accadere nei prossimi giorni. Dallo sciopero generale di lunedì, al ballottaggio per le comunali, fino al G20 di fine ottobre. Si discute su un piano di prevenzione, che possa conciliare il diritto al dissenso con una piazza dove si riversano però quelli che sembrano professionisti dello scontro. Quelli che agiscono normalmente incappucciati, radunati intorno all'estremismo dell'ultradestra e i suoi capi popolo.