No Green Pass, continua il presidio al porto di Trieste

Fino al 20 saremo qui in presidio, non si molla niente, non siamo dei traditori, siamo qui da quattro giorni mettendoci la faccia. Così il leader dei portuali di Trieste Stefano Puzzer, cerca di riportare ordine nella piazza no Green pass, chiedendo che la manifestazione sia pacifica, dopo alcuni momenti di tensione nel pomeriggio. Sebbene sia sempre l'anima di questa protesta, Puzzer conferma le sue dimissioni dal comitato. Quindi il presidio no Green pass al porto di Trieste va avanti senza nessuna divisione, ribadisce l'ex portavoce. La battaglia al porto proseguirà ad oltranza e il coordinamento si appella a tutti i simpatizzanti perché convergano al varco 4 per opporsi a un eventuale sgombero delle forze dell'ordine nelle prossime ore. Puzzer però precisa, se qualcuno dovesse venire verso di noi, sediamoci in pace. Resta al momento inascoltato l'appello dei sindacati che hanno chiesto la liberazione del porto. Il forte legame tra il porto e i suoi lavoratori e la città non può essere compromesso da chi con il porto non ha nulla a che fare, scrivono CGIL, CISL e UIL. Le legittime manifestazioni di dissenso devono essere garantite, ma non si esasperi la situazione. Nel rispetto di tutte le idee, chiediamo che la maggioranza non sia ostaggio di una minoranza. Quanto alla manifestazione dei no Green pass di Milano che hanno sfilato per il tredicesimo sabato consecutivo, i circa 10 mila partecipanti hanno mandato in tilt il traffico cittadino con un corteo disordinato e senza preavviso. Solo in alcuni punti, lungo il percorso improvvisato, si sono verificati alcuni momenti critici con le forze dell'ordine, vicino a obiettivi sensibili come la CGIL, la stazione e il Comando dei Carabinieri. Due gli arresti e otto gl'indagati per interruzione di servizio pubblico, violenza privata e istigazione a disobbedire le leggi e manifestazione non preavvisata. La Polizia sta ora valutando la posizione dei circa 40 anarchici milanesi e varesini.