Dopo il corteo di ieri, che ha violato la zona rossa arrivando fino al cantiere di Chiomonte, il movimento no Tav traccia un bilancio della giornata che, nata sotto i più foschi auspici, si è rivelata per loro un successo almeno simbolico. "Per noi non è cambiato nulla, ripetono. Chi pensava di poter chiudere il capitolo della lotta no Tav ha fatto male i conti". "Sono venuti in tanti, era un corteo molto consapevole di cosa stava andando a fare e che è stato fatto quello che avevamo detto anche prima, cioè che avremmo cercato di attraversare la zona rossa perché non accettiamo questi divieti". "Il movimento, a differenza di altri, mantiene le promesse" ripetono i leader. Ora la sfida è sui cantieri che dovranno aprirsi se, dopo i bandi di gara, ci sarà l'inizio dei lavori. "C'è stata l'apertura di questi bandi di gara. Sembrava il termine ultimo, adesso a fine luglio. Vogliamo capire che cosa sta succedendo: chi si è presentato, se questi bandi di gara vengono ritenuti dalla comunità europea reali o ancora a una fase preliminare, perchè c'è una manifestazione di interesse". In oltre vent'anni di lotte e di proteste, il movimento ne ha sentite e viste tante. Nel frattempo non è stato realizzato neanche un chilometro del tunnel di base contro cui loro combattono da così tanto tempo. La loro posizione comunque all'alta velocità Torino-Lione rimane sempre senza se e senza ma. "Non abbiamo governi amici" sottolinea il movimento, che deve però fare i conti con il territorio, dove tanti sono stati eletti nei 5 Stelle ora sono pronti ad andarsene. Tante pagine sono ancora da scrivere, la storia infinita della Tav è lontana dall'essere chiusa.