Chiamatela, se volete, “slow mobility” oppure “strade aperte”. Sta di fatto che questa più che una miniriforma è una mini rivoluzione. Per capirci, le auto cessano di spadroneggiare sulle strade cittadine, costrette a rallentare in favore di altri nuovi o vecchi mezzi di circolazione ormai pari grado. Il pacchetto di modifiche al codice della strada, ancora in attesa di ratifica definitiva, viene incontro alle nuove esigenze di spazio e mobilità nelle nostre città. Galeotto fu il Covid, certo, ma galeotto è semplicemente il mondo che cambia. Tanto per cominciare vedremo loro, gli autovelox fissi, non più solo fuori città, ma anche sulle strade urbane e di quartiere. Basterà che arrivi l'ok del Perfetto e il controllo remoto della velocità sarà ovunque, ciclabili incluse. Se il solo pensiero vi evoca una pioggia di multe sappiate che non finisce qui. Una sosta selvaggia potrà essere sanzionata anche da netturbini o gestori ufficiali di parcheggi, basterà una semplice foto. Ma dicevamo dei nuovi attori delle strade. È finita per sempre l'epoca della bicicletta che intralcia le automobili. Nel nuovo codice debutta la strada urbana ciclabile, con banchine pavimentate, marciapiedi e limite a 30 all’ora. Non solo. Le corsie ciclabili seguono anche il percorso dei pullman e in caso di bike line doppia è consentita anche la circolazione contromano. Attenzione però, qui le quattro ruote dovranno cedere la cosa più preziosa, la precedenza.