I droni dei Vigili del Fuoco venivano alzati in volo ogni giorno, perlustrando dall'alto la zona boschiva tra il mare e l'autostrada Palermo- Messina dove Viviana il 3 agosto, dopo un incidente d'auto con il figlio Gioele in braccio scavalca il guardrail e sparisce nella fitta vegetazione. Ma molte di quelle immagini potrebbero Non essere state visionate da chi coordinava le ricerche. Difficile immaginare altrimenti come avrebbero potuto non notare il corpo della donna riverso davanti ad un traliccio della luce. Quel filmato girato alle 10 del 4 agosto, il giorno dopo la scomparsa, viene notato soltanto da un perito della Procura che riceve i filmati tra il 19 e il 20 agosto, cioè dopo il ritrovamento dei resti del bambino. “Un fatto gravissimo, forse Gioele avrebbe potuto essere salvato”, dice la famiglia di Viviana. In ogni caso se il corpo del bambino non fosse rimasto così a lungo nel bosco ci sarebbe stata qualche risposta in più ai tanti interrogativi, come ad esempio se fosse ancora vivo quando la mamma lo ha portato nel bosco o se invece sia morto nell'impatto. La Medicina Legale speriamo ci possa aiutare, possa dare delle risposte importanti, certe, perché è una vicenda estremamente dolorosa che merita di essere trattata con tanta cautela e, ripeto, in assenza di punti fermi è giusto rispettare il dolore di queste famiglie. In Procura, a Patti, i medici legali ricevono l'incarico per l'autopsia, che non può svolgersi però prima dell'ultimo sopralluogo in quel bosco che tanti misteri ancora nasconde. In cerca di risposte, per studiare l’ambiente circostante, per analizzare la presenza degli animali selvatici periti ed esperti si addentrano nella macchia mediterranea, ripercorrono ancora una volta la distanza che separa i posti in cui, a poche centinaia di metri, a 11 giorni di distanza l'uno dall'altro, sono stati ritrovati mamma e figlio.