Un accanimento feroce e brutale. Dalle autopsie sui corpi delle 3 donne uccise a Roma lo scorso giovedì emerge una verità agghiacciante. Gian Davide De Pau, 51enne Romano legato al clan dei Senesi, accusato degli omicidi avrebbe inferto decine di coltellate, colpendo le sue vittime in vari punti del corpo, torace, schiena, petto, collo, anche in testa. Sono i primi esiti degli esami autoptici, disposti mercoledì quando è stato convalidato il suo arresto. Tasselli che vanno a comporre un puzzle sempre più orribile. Ha filmato le sue vittime mentre le uccideva e aveva studiato con freddezza la fuga. I PM di Piazzale Clodio stanno verificando se i 3 omicidi di cui è accusato Giandavide De Pau, sono stati pianificati e valutano la premeditazione. Ci sono le immagini di lui quando esce dai due appartamenti, travisato, travestito, forse per non farsi riconoscere e quei video che l'uomo avrebbe girato in via Riboty riferenti i primi due omicidi. Si lavora anche alla ricostruzione delle ore successive al triplice omicidio, all'eventuale partecipazione di complice alla fuga dell'uomo. Secondo il Giudice per le indagini preliminari, Mara Mattioli, che ha respinto la richiesta di trasferimento in una struttura psichiatrica, De Pau nel momento in cui ha ucciso era capace di intendere e volere pienamente consapevole dei gravissimi fatti commessi. Si indaga anche sul suo passato e su 3 Cold Case, casi irrisolti simili ai 3 omicidi di giovedì scorso. In particolare si cercano collegamenti con delitti dalla dinamica simile. Nel 2012, quando fu uccisa una donna nigeriana nel quartiere Aurelio, un'altra vittima cinese a Tor Pignattara nel 2010 e un'altra ancora a Cinecittà nel 2009. Le vittime erano nascoste sotto il letto proprio come Marta Castagno Torres, accoltellata in via Durazzo e Yang Yun Xiu in via Augusto Riboty.























