"Investigate, vedete che era un bambino troppo buono, e quelli che l'hanno sparato Spero che subito, ma subito vengono presi uno già si è preso, uno l'hanno già preso" Il suo bambino Alexandru Ivan aveva appena compiuto 14 anni ed è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco in un parcheggio della metropolitana Monte Compatri, nella notte tra sabato e domenica, l'uomo di cui parla, tra le lacrime, la mamma di Alex è Petrov Corum il ventiquattrenne che si è costituito, accompagnato da due legali, nella caserma dei Carabinieri di Frascati. Alle 11 di martedì è stato fissato l'interrogatorio di garanzia per la convalida del suo fermo. Sarebbe stato lui ad avere i contatti telefonici con il compagno della madre di Alex dopo la violenta lite nel bar di Borgata Finocchio e quella notte si trovava nell'auto da cui sono stati esplosi colpi assieme ad altri tre uomini, uno di questi identificato e ricercato sin dai momenti successivi all'omicidio. Corum, originario dell'Europa dell'est, avrebbe alle spalle qualche reato contro il patrimonio, ma a sparare dalla via Casilina sarebbe stato un suo parente, l'uomo già identificato e al momento irreperibile. È un primo passo, ma mancano gli altri tre che erano in macchina con lui, spero che li rintraccino al più presto, afferma il papà di Alex, Edward, alla notizia del fermo. Spiegando di voler celebrare i funerali di Alexandru in Romania. Le indagini proseguono anche per comprendere il movente che ha portato all'omicidio dove, probabilmente, non era il quattordicenne l'obiettivo da colpire. Intanto sul luogo dove Alex è morto in molti arrivano per salutarlo. I suoi compagni di scuola, frequentava la terza media nel vicino istituto comprensivo Domenico Savio, sono venuti con striscioni, fiori, peluche e palloncini e sull'asfalto scrivono Alex vivi con noi per sempre.