Ad uccidere con decine di coltellate Stefania Camboni, potrebbe essere stata la compagna del figlio. Ne sono convinti in procura a Civitavecchia e per Giada Crescenzi 31 anni è scattato il fermo dopo lunghe ore di interrogatorio. L'ipotesi di reato e di omicidio volontario aggravato dalla minorata difesa, la vittima colpita nel sonno e dal rapporto di vicinanza. A insospettire gli investigatori, ricerche tramite cellulare su come far sparire macchie di sangue dal materasso o su come avvelenare qualcuno. E poi una serie di contraddizioni e qualcosa che nelle sue dichiarazioni non ha convinto, ha detto di non essersi accorta di nulla. Eppure dormiva nella stessa casa della vittima. "Giada prende delle pillole per dormire prescritte dal medico e inoltre dorme con i tappi. Lei dice di non aver sentito nulla". La notte tra mercoledì e giovedì, le due donne erano sole nella villetta di Fregene, da cui non è stato portato via nulla. "Si pensa che ci sia stata un'introduzione di un terzo". A quanto dicono i Carabinieri, però non ci sono segni di effrazione, giusto? "Si parla di una porta leggerissima, è un cancelletto che si apre solo con una spallata". Il figlio di Stefania Camboni e compagno di Giada, era al lavoro. E' stato lui rientrato a casa intorno alle sette del mattino a scoprire il cadavere della madre coperto da un lenzuolo e da diversi cuscini e sempre secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ostia, sarebbe stata lei a tentare un depistaggio. L'auto della vittima ha dentro una conetta a un centinaio di metri dalla villetta, come a simulare un incidente, il finestrino aperto, il portafogli per terra in un cespuglio. Le indagini proseguono per cercare di individuare il movente dell'omicidio e nelle prossime ore è previsto l'interrogatorio di convalida del fermo. .