No ai domiciliari. Ha già provato a sviare le indagini. Con questa motivazione la gip di Brescia Gaia Sorrentino ha disposto per l’indagato la custodia cautelare in carcere, rigettando la richiesta di arresti presso il domicilio avanzata dai legali di Mauro Pedrotti, il 54enne che ha confessato l’omicidio, lo scorso 7 febbraio, della madre 78enne Santina Delai, strangolata nella sua abitazione a Puegnago del Garda, in provincia di Brescia. Nell’interrogatorio nel carcere bresciano di Canton Mombello Pedrotti si è limitato a dichiarazioni spontanee con le quali ha negato di aver premeditato l’omicidio. Aggravante di cui sono sempre più convinti gli inquirenti. Perché nella notte tra il 7 e l’8 febbraio, prima di crollare e ammettere il delitto, l’indagato aveva raccontato di una madre oppressiva e invadente. Un paio di settimane prima le aveva comunicato che lui e la moglie si sarebbero trasferiti in un altro paesino sul lago di Garda. La mamma l’ha presa male, aveva messo a verbale Pedrotti, Ha iniziato a mortificarmi, insultarmi e darmi del buono a nulla. Di quell’episodio, secondo la procura spia di premeditazione, non c’è traccia nell’interrogatorio di garanzia. Durante il quale l’indagato fa solo dichiarazioni spontanee e dice: non ho premeditato nulla, ho pensato e agito subito. Ha già tentato di sviare le indagini, scrive ora la gip nell’ordinanza di convalida del fermo. Ha inscenato, anche con le prime persone accorse sul posto, che fossero entrati dei ladri. Con una persona così, secondo il giudice, il pericolo di inquinamento probatorio è ancora molto alto.