Quello a carico di Filippo Turetta, reo confesso dell'omicidio della 22enne Giulia Cecchettin, uccisa l'11 novembre 2023 a Fossò in provincia di Venezia, sarà un processo lampo. La prima udienza tecnica in Corte d'Assise a Venezia, si è chiusa con il consenso di giudici ad acquisire l'intero fascicolo relativo alle indagini, operazione che consentirà uno svolgimento più rapido dell'iter senza la necessità di sentire testimoni, una trentina in tutto tra accusa e difesa. Il calendario prevede ora l'esame dell'imputato il 25 e 28 ottobre, la discussione e le repliche il 25 e 26 novembre, e infine la sentenza il prossimo 3 dicembre. Assente l'imputato, probabilmente su suggerimento del suo legale, l'avvocato Giovanni Caruso, presente invece Gino Cecchettin, il padre di Giulia costituitosi parte civile insieme ad altri quattro familiari. Esclusi dalle parti civili i due comuni di Fossò di Vigonovo e le associazioni a tutela delle donne. "Un conto è giudicare un reato, un altro è prodigarsi per far sì che questo non succeda in altro modo e questo lo farò con la fondazione e insieme tutte le associazioni che stanno lottando contro la violenza sulle donne". Filippo Turetta, in carcere da novembre 2023, è accusato di omicidio volontario pluriaggravato della premeditazione e dalla crudeltà di sequestro di persona e occultamento di cadavere. Accuse che potrebbero portare alla condanna all'ergastolo. Un milione di euro la richiesta di risarcimento a carico di Turetta. "Io non mi auguro nessun tipo di vendetta e nessun tipo di trattamento di favore quello che è previsto dalla legge e sono sicuro che la giuria, i giudici, sapranno giudicare con correttezza quello che è successo lo sappiamo tutti, e rinnova il mio dolore perché sentire costantemente quanto è successo è rinnovare il mio dolore ma ho piena fiducia nelle istituzioni".