Anche l'Università La Sapienza di Roma, oltre ai famigliari e a diverse associazioni contro la violenza sulle donne, ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo per l'omicidio di Ilaria Sula. Ilaria, uccisa a 22 anni, era iscritta a Statistica e aveva un percorso di studi brillante. E sempre lì, l'assassino, Mark Samson, studiava architettura con risultati invece molto poco lusinghieri. E forse proprio in questa differenza, ha detto l'avvocato che rappresenta l'Ateneo, potrebbe esserci uno dei motivi alla base dell'omicidio. Fuori dal tribunale, tanta gente a sostenere la famiglia con una forte richiesta di giustizia. "Tutti vogliamo giustizia. Grazie". Samson, che era in aula, è rimasto a capo chino per tutta l'udienza, non ha mai incontrato lo sguardo dei genitori della vittima. "Una reazione anche di rabbia sarebbe stata il minimo. Non c'è stato nulla. L'incrocio dello sguardo spero che non ci sia mai, sinceramente. Nessuno lo cerca e nessuno l'ha mai richiesto". Ilaria e Mark avevano avuto una relazione lunga un anno, poi finita. Una decisione che lui non aveva mai accettato. E il 25 marzo scorso l'ha uccisa, a coltellate, nell'appartamento nel quale viveva insieme con i genitori. Poi ha chiuso il corpo in una valigia e l'ha abbandonata in un dirupo, a poca distanza dalla capitale. Mark Samson, reo confesso, è accusato di omicidio volontario, con l'aggravante della premeditazione, oltre a quella dei futili motivi e della relazione affettiva, e anche di occultamento di cadavere. .























