Una vicenda dolorosissima. Parla così Massimo Pineschi, il legale di Giovanni Princi, dopo che il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere. “E' un ragazzo di 24 anni che è in carcere, insomma, lo sapete anche voi come può stare. Chiaramente il ragazzo è un ragazzo giovane, quindi è un ragazzo all'esperienza preventiva che è un'esperienza sicuramente forte. E poi lui, in più, certo, è molto addolorato per la morte del suo amico Luca a cui lui voleva molto bene, Luca Sacchi, me lo dice sempre questo, ogni volta che l'ho sentito, che l'ho visto”. Princi è l'amico d'infanzia di Luca Sacchi, il ventiquattrenne ucciso a Roma lo scorso ottobre. Da venerdì è in carcere con le stesse accuse rivolte ad Anastasia, la fidanzata di Luca, che nel suo zaino aveva 70 mila euro destinati al pagamento di 15 kg di marijuana. Sarebbe stato lui ad organizzare lo scambio finito in tragedia ed è stato arrestato perché pregiudicato, mentre per Anastasia, iscritta nel registro degli indagati, ma incensurata, c'è l'obbligo di firma. Insieme a Princi nel carcere Romano di Regina Coeli ci sono tutti gli altri indagati: Paolo Pirino e Valerio Del Grosso, i presunti esecutori materiali, e Marcello De Propis, l'altro giovane che doveva fornire la droga e che ha dato la pistola con cui è stato ucciso Luca Sacchi, indagato per concorso in omicidio. Tutti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, con Del Grosso che però ha rilasciato una dichiarazione spontanea: Non volevo uccidere nessuno. Era la prima volta che prendevo un'arma in mano. “Stiamo studiando il fascicolo, abbiamo ritirato il cd ieri, quindi stiamo valutando i contenuti del procedimento”. “Sulla questione della pistola?”. “No, non rilascio alcuna dichiarazione perché stiamo ancora studiando il fascicolo”. “Il suo stato psicologico?”. “Era molto contrito, era molto contrito. Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non ho altre dichiarazioni”. Il 4 dicembre è invece il giorno dell'interrogatorio di garanzia di Anastasia, che potrebbe raccontare molto, ad iniziare da chi sia il finanziatore dei 70 mila euro, ma potrebbe anche restare in silenzio, come per ora stanno facendo tutti gli altri indagati.