Omicidio Nada Cella, fratello imputata: "Deve pagare"

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13 ore fa

"Se la contraddici se poco poco gli vai contro, diventa di una cattiveria impressionante. Cioè se tu, se se quel giorno non ha da poco poco gli ha risposto male, o l'ha trattata male ha cominciato a menarla sicuro." Sono le dichiarazioni impressionanti del fratello di Anna Lucia Cecere, imputata per la morte di Nada Cella, la segretaria di 25 anni uccisa a Chiavari il 06/05 del 1996, nello studio del suo datore di lavoro, il commercialista Marco Soracco, accusato di favoreggiamento. In corte d'assise per la settima udienza del cold case, il fratello dice ai magistrati che se la sorella ha sbagliato deve pagare. Davanti al tribunale, chiede di non essere ripreso, ma ripete che Sì potrebbe aver ucciso. "Io mi ricordo le telefonate che m'ha fatto i messaggi che mi ha mandato erano uguali, tali e quali a quello della criminologa." La stessa che ha fatto riaprire il caso 29 anni più tardi, Anna Lucia Cecere per l'accusa avrebbe ucciso Nada, perché la riteneva una rivale in amore e perché gelosa del suo posto di lavoro. Il fratello racconta anche la drammatica storia familiare con un padre violento che ha incendiato casa e dato i cinque figli in adozione. In aula è stato ascoltato anche l'ex fidanzato, convinto invece dell'innocenza dell'ex insegnante in pensione che oggi vive in Piemonte. .