La famiglia aveva chiesto vicinanza. Loro c'erano ed erano in tanti, ragazze e ragazzi, amici, familiari ma anche chi non lo conosceva. I funerali di Francesco Pio Maimone scuotono l'intera comunità del quartiere Pianura. Il diciottenne ucciso agli chalet del lungomare mentre era lì con i suoi amici, per una rissa tra bande rivali alla quale era totalmente estraneo, viene salutato da migliaia di persone dentro e davanti alla Chiesa di San Lorenzo Martire. Tanti indossano le magliette col suo volto che hanno fatto stampare nei giorni scorsi. Pio vive. Questo c'è scritto. Suoneremo le campane a festa come c'è scritto sulle vostre magliette, dice Don Enzo Cimarelli, il parroco, prima che inizino i funerali celebrati dal Vescovo di Pozzuoli Gennaro Pascarella. Ai funerali c'era anche il sindaco Gaetano Manfredi con la moglie, insieme all'assessore alla Legalità De Iesu e alla consigliera Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, vittima di camorra. Toccante la lettera che la sorella di Francesco, Chiara, ha scritto per il fratello. Ti hanno portato via senza un perché, una spiegazione, che io continuo a cercare tra le tue cose dove ancora spero di vederti ma invano perché tu non ci sei. Perché è un interrogativo disperato che angoscia non solo la famiglia ma tutta la città. C'è bisogno di adulti testimoni di onestà, rispetto dell'altro anche se diverso, di giustizia, valori che non sono un optional, ha detto il Vescovo Pascarella, poi palloncini bianchi e fumogeni all'uscita del feretro, una bara bianca con una sciarpa dell'Inter la sua squadra del cuore. Così l'ultimo saluto a Francesco Pio Maimone. Una vita spezzata insieme ai suoi tanti sogni.